Egidio Bonfante. Cosmogonie Elettroniche. Imago n.12, novembre 1968.
Egidio Bonfante. Cosmogonie Elettroniche. Contenuto nella rivista “Imago. Proposte per una nuova Immagine”, n.12 del novembre 1968. Milano, Edizione della Bassoli Fotoincisioni, 1968. Dimensione 30×24 cm. Fascicolo rilegato con due punti metallici, pagine 24. Le fotografie a colori riprodotte sono di Adolfo Fogli. Egidio Bonfante partecipa a quattro numeri di Imago , mettendo in file i suoi contributi ne esce una specie di antologia dell’opera di questo eclettico artista. Stavolta una citazione del racconto l’Aleph di Jorge Luis Borges è posta in apertura a una serie di fotografie molto ingrandite e manipolate di circuiti elettronici. Si intravedono paesaggi, profili di città, onde di mari misteriosi. In ottimo stato. (NF85)
E dunque che cos’è «Imago»? Non è facile dirlo: una rivista, un house organ, un campionario di eccellenza grafica, un repertorio di immagini, un luogo d’incontro, un laboratorio di sperimentazione tecnica e creativa o anche altro? «Imago» stessa non si mostra con «propositi di chiarezza»: prima si nasconde, poi, una volta aperta, esplode, si esprime in infinite forme e infine si perde, si frammenta – oppure si trasforma a ogni nuovo tentativo di avvicinarla. — Giorgio Camuffo. Con i suoi quattordici numeri pubblicati tra il 1960 e il 1971, «Imago» è un’impresa editoriale che non si lascia racchiudere in facili definizioni: un’avventura culturale nella Milano degli anni Sessanta, che in questo volume a cura di Giorgio Camuffo viene per la prima volta raccontata e documentata per intero.
Nata dall’incontro tra il progettista grafico Michele Provinciali e Raffaele Bassoli, titolare della Bassoli Fotoincisioni, «Imago» è formalmente una rivista aziendale, prodotta per mostrare quanto di meglio è al momento reso possibile dalle tecniche di riproduzione di immagini e testi.
Ma è anche un’«isola felice» di libera sperimentazione, dove figure del mondo dell’arte e della comunicazione visiva – tra cui Max Huber, Giancarlo Iliprandi, Bruno Munari, Remo Muratore, Armando Testa, Pino Tovaglia – dialogano con nomi importanti della critica artistica e della letteratura, come Dino Buzzati, Piero Chiara, Giuseppe Pontiggia, Mario Soldati. «Imago» diventa così testimonianza del ruolo dei grafici tra boom economico e contestazione, delle tendenze artistiche dell’epoca, del rapporto che si sviluppa in quegli anni tra industria e cultura.
Le fotografie che documentano ogni stampato mettono in luce la straordinaria varietà dei lavori che «Imago» racchiude, oltre all’importanza della dimensione fisica ed “esperienziale” dei contenuti, mentre i numerosi racconti e aneddoti trasmettono lo spirito che ha animato questo progetto artistico collettivo.
Bibliografia:
Imago 1960-1971. Una Rivista tra Sperimentazione, Arte e Industria. A cura di Giorgio Camuffo. Mantova, Corraini Edizioni, 2021, pag.324; sito internet Corraini.com.
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