Egidio Bonfante. Il Giuoco della Borsa. Imago n.10 novembre 1967.

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Egidio Bonfante presenta Il Giuoco della Borsa. Contenuto nella rivista “Imago. Proposte per una nuova Immagine” nel n.10 del novembre 1967, (numero in tiratura limitata di 1000 esemplari). Dimensione 30×24 cm. “Qui vi spieghiamo un modo di giocare. E’ semplice, non occorre essere capitani d’industria e nemmeno agenti di cambio. L’Occorrente si trova in qualsiasi casa, frugando un pò nei cassetti della credenza”. Egidio Bonfante introduce così Il Giuoco della Borsa, un grande sedicesimo a colori rilegato con punto metallico, nel quale riproduce le immagini a colori di una serie di origami (…).gli origami non sono fatti con una carta qualsiasi, ma con quella molto preziosa con la quale in quegli anni venivano stampate le azioni e le obbligazioni. In ottimo stato. (NF85)

E dunque che cos’è «Imago»? Non è facile dirlo: una rivista, un house organ, un campionario di eccellenza grafica, un repertorio di immagini, un luogo d’incontro, un laboratorio di sperimentazione tecnica e creativa o anche altro? «Imago» stessa non si mostra con «propositi di chiarezza»: prima si nasconde, poi, una volta aperta, esplode, si esprime in infinite forme e infine si perde, si frammenta – oppure si trasforma a ogni nuovo tentativo di avvicinarla. — Giorgio Camuffo.    Con i suoi quattordici numeri pubblicati tra il 1960 e il 1971, «Imago» è un’impresa editoriale che non si lascia racchiudere in facili definizioni: un’avventura culturale nella Milano degli anni Sessanta, che in questo volume a cura di Giorgio Camuffo viene per la prima volta raccontata e documentata per intero.
Nata dall’incontro tra il progettista grafico Michele Provinciali e Raffaele Bassoli, titolare della Bassoli Fotoincisioni, «Imago» è formalmente una rivista aziendale, prodotta per mostrare quanto di meglio è al momento reso possibile dalle tecniche di riproduzione di immagini e testi.
Ma è anche un’«isola felice» di libera sperimentazione, dove figure del mondo dell’arte e della comunicazione visiva – tra cui Max Huber, Giancarlo Iliprandi, Bruno Munari, Remo Muratore, Armando Testa, Pino Tovaglia – dialogano con nomi importanti della critica artistica e della letteratura, come Dino Buzzati, Piero Chiara, Giuseppe Pontiggia, Mario Soldati. «Imago» diventa così testimonianza del ruolo dei grafici tra boom economico e contestazione, delle tendenze artistiche dell’epoca, del rapporto che si sviluppa in quegli anni tra industria e cultura.
Le fotografie che documentano ogni stampato mettono in luce la straordinaria varietà dei lavori che «Imago» racchiude, oltre all’importanza della dimensione fisica ed “esperienziale” dei contenuti, mentre i numerosi racconti e aneddoti trasmettono lo spirito che ha animato questo progetto artistico collettivo.

Bibliografia:

Imago 1960-1971. Una Rivista tra Sperimentazione, Arte e Industria. A cura di Giorgio Camuffo. Mantova, Corraini Edizioni, 2021, pag.275; sito internet Corraini.com.

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