Francesco Carnevali, Storia di pitture di miracoli e di monete. Con 32 litografie.

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Francesco Carnevali, Storia di pitture di miracoli e di monete. Con trentadue litografie originali dello scrittore colorate a mano. Urbino, Edizioni Posterula “Il Padiglione – Collana diretta da Giorgio Cerboni Baiardi”, 1980. In-4 (cm 28 x 21), legatura editoriale in tela, pagine numerate 82. Edizione di 40 esemplari. Tutti gli esemplari avrebbero dovuto essere colorati a mano da Francesco Carnevali, ma problemi insorti con l’editore non lo permisero. Dall’introduzione di Francesco Carnevali: Le cinque novelle contenute in questo volume furono accolte su le pagine del “Giornalino della domenica” fra il 1919 e il 1922, le tre prime da Vamba l’arguto cratore di Gian Burrasca e le due seguenti da quel delicato osservatore del mondo infantile che fu Fanciulli. Per operosa e solerte sollecitazione di un giovane uomo urbinate, un tempo allievo dell’Istituto d’Arte del libro – oggi poveretto e sensibile artiere – esse, così riunite, vengono, a sua cura, ristampate.

Francesco Carnevali (Pesaro 1882 – Urbino 1987) Ha frequentato a Pesaro il Liceo classico e contemporaneamente la Scuola serale di arti e mestieri in via Giordano Bruno. Si è poi iscritto all’Istituto di Belle Arti di Urbino che ha frequentato dal 1912 al 1915, quando è partito per la prima guerra mondiale dalla quale è stato congedato per malattia nel 1916. Trasferitosi a Roma, ha collaborato con varie riviste come “Il Giornalino della Domenica”, il “Corrierino” di Milano, la “Lucerna” di Ancona, la “Festa” di Milano-Bologna. Nel 1943 è nominato direttore dell’Istituto d’arte di Urbino, la Scuola del Libro, dove è stato anche insegnante a partire dal ‘25, ed imprime alla scuola, fino al 1967, un ruolo determinante per l’illustrazione e la decorazione del libro, con numerosi allievi che ne vengono formati e diventano a loro volta protagonisti, e che è impossibile elencare. Della sua sterminata attività di illustratore, vanno almeno ricordati i disegni per Il bugiardo di Goldoni, la Didone abbandonata del Matastasio, Le allegre comari di Windsor di Shakespeare, il Guglielmo Tell di Schiller, e soprattutto quelli per opere di Giovanni Pascoli e Giuseppe Fanciulli. Francesco Carnevali, tra Urbino e Pesaro, è stato ispiratore e guida di alcuni protagonisti del 900 come Mariotti, Gallucci, Cancelli, Wildi, Caffè, Zicari, Santa Mancini, Bettini, Della Costanza, Pagliacci. E va ricordata anche la sua produzione letteraria, come Cento anni di vita dell’Istituto d’arte di Urbino (Urbino, 1961), Favola di un luogo della terra (Urbino, 1972), Testimonianza per Fernando Mariotti pittore pesarese (Urbino, 1971), Indizi e indicazioni (Urbino, 1976).

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