(La prima fotografia) Mario Giacomelli, “L’approdo”. Fotografia originale.
Mario Giacomelli, “L’approdo”. 1953. Fotografia originale. Stampa anni ’80. Dimensioni cm 25 x 30. Firmata in basso a destra. In ottimo stato. Incorniciata.
Bibliografia:
-Germano Celant, Mario Giacomelli. Roma, 2000.
-Simona Guerra, Mario Giacomelli. La mia vita intera. Milano, 2011: “La mia unica fortuna è stata quella di andare al mare quel giorno in cui ho comprato la macchia fotografica, la sera della vigilia di Natale. Ricordo – me lo ha ricordato mia moglie – che mi ero gelato le mani: non ho potuto neanche chiudere l’auto, e ho portato la macchina fotografica sulle spalle, perché avevo i geloni. Lei mi ha fatto gli impacchi di acqua calda perché tornassi a muovere le mani, che erano dure per il freddo che avevo preso. Ma anche il fatto di essere andato al mare… Mi sono detto: “Fotografo il capanno? E capirai che sforzo, il capanno! Oppure questa barca? Non è per me la fotografia! Che faccio?”. Poi mi sono messo a guardare l’onda del mare che arrivava e ho pensato: “che cosa succede se – be’, allora non lo sapevo…adesso lo so, anche se lo sbaglio lo so -, che cosa succede se io muovo la macchina? L’acqua viene ferma e la sabbia mossa. La sabbia è ferma, non si muove, quindi viene mossa per forza, se io accompagno il movimento dell’acqua”. Mi è venuta in mente questa cosa, non so come mi è uscita ma l’ho fatta ed è venuta. Mi sono detto: “Non avevo capito niente, invece adesso ho capito che la macchina ti può dare quello che vuoi, dipende dal fatto che tu sappia o no quello che vuoi ottenere”. In più, certo, devi conoscere la tecnica; se non la conosci, la macchina non ti dà niente. Insomma, ho cominciato così.”
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