Mario Giacomelli, “La buona terra”. Fotografia.

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Mario Giacomelli, “La buona terra”. Fotografia originale. Dimensioni cm 10 x 15. Firmata al recto in basso a sinistra. Partecipazione per nozze sul retro datata ottobre 1988. In ottimo stato. Incorniciata.

La buona terra. Fotografie realizzate tra il 1964 e il 1966 nella campagna marchigiana.  “Racconto una storia importante, è l’uomo che lavora, è la vita. C’è stato un intero anno di ambientamento per capire quello che dovevo fare; volevo lasciare un documento del lavoro nelle stagioni, le stagioni che si ripetono e il lavoro che si ripete per tutta la vita, almeno per loro. Sono stato spinto a rivolgere particolare attenzione alla mia terra marchigiana da tanta bellezza di forme che essa sprigiona, con forza espressiva ed emotiva, da farti sentire onorato di esserle fratello. In questi anni tutto è cambiato, le ferite inflitte nel corpo stesso della terra sono sempre più profonde”. Il lavoro nasce dal rapporto con una famiglia contadina allargata. Tutti i momenti importanti della comunità – le fotografie vengono scattate da giugno a ottobre, per alcuni anni, e comprendono la raccolta del grano, un matrimonio, la vendemmia dell’uva – vengono seguiti e i “personaggi” conosciuti uno a uno, nella funzione esercitata all’interno del gruppo. Vediamo i contadini andare al lavoro, attrezzi in spalla, lungo il sentiero. Poi l’immagine forte del volto e della falce per il taglio del grano. E i lavori di sistemazione, pulitura, manutenzione degli attrezzi. Assistiamo all’aggregazione della famiglia intorno a questi doveri, e della folla di bambini che ne sono il sorriso: anch’essi hanno compiti precisi, un ruolo nell’ambito della famiglia contadina autosufficiente. L’avvicinamento di queste persone, e la socializzazione, inizia molto prima del 1964. Prima di arrivare allo scatto della fotografia fra Giacomelli e il suo soggetto deve intervenire una sorta di conquista reciproca, forse più difficile dello scatto in sé. I contadini de La buona terra non posano, come dimostra l’immagine del ragazzino in primo piano che indica col dito il fotografo mentre lo inquadra direttamente (…). Giacomelli stampa inizialmente questa serie con il classico sistema della smaltatura mantenendo tutti i toni grigi medi; solo in seguito, negli anni settanta adegua anche i contrasti de La buona terra a quelli di altre serie come Lourdes e Scanno (Celant, Mario Giacomelli. Bologna, 2001).

Bibliografia:

Germano Celant, Mario Giacomelli. Bologna 2001 (riprodotta a pagina 227)

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