Renato Bassoli, Ciotola della serie “I sassi”.

Renato Bassoli, Ciotola della serie “I sassi”. 1959 ca. Diametro cm 28. Marcata Bassoli – Il Sestante. Intatta. Bibliografia: XIX Concorso Nazionale della Ceramica. Faenza, 1961 (Bassoli presentò alcuni “Sassi” – riprodotti a pagina 42). Artecasa n. 46, 1963 (Natura ed arte. Pagine 40-42: Da dove o da cosa Renato Bassoli tragga ispirazione per creare le sue ceramiche, non sapremmo dirlo. A prima vista ricordano un sasso scavato dallo stillicidio o un tronco reciso e forato nelle parte superiore dai tarli. Oppure…. Il pensiero rimane a mezz’aria, vago, poichè non riesce afferrare qualche altra rassomiglianza. Eppure, ne siamo certi, le ceramiche di Bassoli hanno qualcosa in comune con gli oggetti naturali, hanno un certo nesso logico con la natura. Purtroppo però questa affinità non sappiamo esattamente individuarla. Forse pensandoci bene, hanno la semplicità e la compitezza della forma, tipica degli oggetti creati dalla natura. Sono cioè elementi con caratteristiche ben precise: una propria linea, un particolare colore, una forma insolita. Pezzi in cui traspare la ricerca attenta, l’amore per il bello, lo studio accurato. Per lo più sono portafiori. Vasi in ceramica smaltata a gran fuoco, con superfici a volte lucide, a volte opache. Sono ciotole, cilindri di diverso diametro e altezza, pietre levigate come quelle che si raccolgono sui greti dei fiumi, tutti con la parte superiore cosparsa di fiori. Fori di diverse dimensioni, raggruppati e disposti in modo da comporre una decorazione. ed appunto in questi fori vengono infissi rami secchi o fiori recisi, per creare delle specie di Ikebana di facile realizzazione. Sebbene, questi vasi non devono essere considerati soltanto ed esclusivamente come oggetti pratici, bensì come sculture, pezzi unici, oggetti decorativi adatti per la casa e l’arredamento moderno”. Emanuele Gaudenzi, Novecento. Ceramiche italiane. Vol.2. Faenza, 2006: Renato Bassoli (Milano 1915-1982) Scultore e ceramista, si occupò anche di grafica, scenografia e progettazione di gioielli. Formatosi all’Accademia di Brera, frequentò in seguito i corsi d’Arte Applicata al Castello Forzesco. Dai primi anni Cinquanta, avviò una propria fornace a Milano – che condusse senza l’ausilio di collaboratori-, ove si dedicò alla realizzazione di pezzi unici, in maiolica, in grès e argilla refrattaria. La sua iniziale produzione di taglio primitivista ed informale, assai controllata nelle componenti cromatiche e negli effetti luministici, fu affiancata dall’elaborazione di modelli di tipo figurativo (vasi antropomorfi e piccole plastiche muliebri), spesso animati da una bonaria ironia. Ottenuti significativi riconoscimenti alle maggiori Esposizioni e Concorsi, invitato nelle più prestigiose gallerie d’arte, non solo italiane, Bassoli, nel periodo successivo si volse a ricerche espressive di più rarefatta astrazione. Verso la metà degli anni Cinquanta venne così elaborata la clamorosa e fortunata serie dei “Sassi”, vere e proprie opere scultoree di suggestiva essenzialità, cui gli smalti satinati conferirono la preziosità di reperti levigati dall’incessante flusso dell’acqua.

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